Carpe Diem: la lezione di vita di Olivier Goy

“È solo ora che ho capito il vero senso del Carpe Diem.” Con queste parole, Jean-Sébastien Decaux ha aperto la serata con dolcezza e lucidità.
Un’espressione che racchiude l’essenza di Invincible Été, il film di Olivier Goy, un’opera che non si limita a raccontare una malattia, ma diventa un inno alla vita e alla forza dell’amore.
“Quando si sposa una donna italiana, si sposa tutta la famiglia,” ha sorriso Decaux con un velo di commozione. La sua storia personale ha visto la SLA attraversare la sua vita due volte: prima con la nonna di Benedetta, sua moglie, e poi con l’amico fraterno Olivier. Due battaglie diverse, due amori profondi, un’unica consapevolezza: il tempo è prezioso, e l’amore, in ogni sua forma, è la forza che resta.
A ribadire il valore della resilienza e del coraggio è stata Letizia Moratti che nel suo intervento ha espresso parole di forte sensibilità: “Conosco la SLA,” ha detto, ricordando che nessuno deve sentirsi solo in questa battaglia e che la rete di solidarietà è fondamentale per affrontare il viaggio della vita.
Il film, diretto da Stéphanie Pillonca, racconta la vita di Olivier Goy, un uomo di successo con una famiglia piena di amore, sogni e quotidianità. Poi arriva la SLA. Continuare a dirigere la sua azienda diventa quasi impossibile, ma i suoi soci prendono le redini, lasciandogli spazio per affrontare la malattia. Tuttavia, la sua voglia di vivere non si spegne. La malattia, per quanto dura, può diventare una lente attraverso cui guardare il mondo con occhi nuovi, più consapevoli.

La SLA è raccontata in maniera schietta e senza scorciatoie. Ha cambiato la vita di Olivier, ma non la sua capacità di nutrirsi dei suoi affetti e delle sue passioni. “Le passioni non sono scomparse, si sono solo trasformate,” afferma Olivier. La vera forza sta proprio in questo: affrontare sé stessi e le proprie emozioni, accettare i limiti e trovare nuove strade per esprimere ciò che si ama. Anche quando tutto sembra in salita, c’è sempre la possibilità di trasformare l’esperienza in qualcosa di positivo, capace di ispirare e aiutare gli altri.
Al termine della proiezione, Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, ha portato la sua toccante testimonianza. La SLA, per lui, non è solo un tema lontano: ha perso il padre Massimiliano a causa della malattia e, da allora, non ha mai smesso di sostenere la ricerca scientifica attraverso AriSLA. Con Anna Ambrosini, direttore scientifico di AriSLA, ha raccontato gli sforzi della ricerca in Italia, i progressi fatti e quelli ancora da raggiungere per dare una speranza concreta a chi affronta questa battaglia.

A chiudere la serata è stata AISLA, con la testimonianza di Stefania Bastianello che, prima ancora di essere direttore tecnico dell’associazione, è stata la moglie di Cesare, scomparso più di dieci anni fa a causa della SLA. “La malattia ti rende fragile, ma non debole”, ha ricordato Stefania. Olivier è energia pura e determinazione. Non possiamo ancora cambiare il nostro destino, ma la consapevolezza ci permette di attraversare questo viaggio che è la Vita. Ed è proprio sulla consapevolezza che AISLA lavora da 40 anni, condividendo esperienze e competenze, costruendo risposte concrete per le famiglie che ogni giorno affrontano la malattia e basi solide per la ricerca scientifica.
Forse è questo il vero significato di essere invincibili: il messaggio di Olivier è un appello alla solidarietà, per chi oggi combatte la SLA e per chi verrà. Fino a raggiungere, un giorno – e speriamo presto – la vittoria definitiva contro la malattia. [G.M.]