Formare per prendersi cura: al via il corso ECM per infermieri dedicato alla SLA

Giovedì 5 giugno 2025 – Prendersi cura, prima ancora che curare: è questa la vocazione che guida AISLA da oltre quindici anni nella promozione di percorsi formativi rivolti ai professionisti della salute. E oggi, con l’avvio del nuovo corso ECM per infermieri nella Regione Marche, con il patrocinio di ARS Marche, si aggiunge un altro tassello prezioso a questo cammino fatto di conoscenza, competenza e responsabilità condivisa.
Un’iniziativa che segna un passo importante per la qualificazione e la valorizzazione delle competenze infermieristiche in un ambito ad altissima complessità assistenziale. Il corso ha registrato oltre 95 iscritti, provenienti da tutte le province marchigiane, e si è svolto in modalità FAD, con un approccio che integra teoria, pratica e tirocinio sul campo.
Il primo modulo si è aperto oggi nell’aula virtuale con i docenti del Centro Clinico NeMO di Ancona, punto di riferimento nel territorio marchigiano nella presa in carico delle malattie neuromuscolari. Il dott. Emanuele Costantini, neurologo, ha introdotto la SLA come paradigma delle patologie neurologiche complesse, mentre la dott.ssa Lucia Pettinari, specialista in Medicina Interna dell’Area Respiratoria, ha approfondito gli aspetti clinici legati alla ventilazione non invasiva e invasiva, la gestione delle emergenze respiratorie e alla tracheotomia.
“Formare gli infermieri sulla SLA è un atto di responsabilità e di vicinanza. – ha commentato il Dott. Emanuele Costantini – Nel territorio marchigiano, spesso frammentato e con risorse distribuite in modo disomogeneo, formare i professionisti sanitari è una priorità strategica. Investire nella formazione significa rafforzare la rete territoriale, dare risposte concrete a bisogni complessi e garantire equità di accesso alla cura, anche nelle aree interne. Dove ci sono infermieri preparati, c’è un sistema che sa prendersi cura. Non significa soltanto trasmettere nozioni cliniche, ma costruire una cultura della cura che sappia affrontare la complessità, la fragilità e l’umanità di una delle patologie neurodegenerative più devastanti. “
Il percorso formativo è pensato per fornire agli infermieri un bagaglio completo di conoscenze tecniche, relazionali e organizzative, fondamentali per affrontare ogni fase della malattia con un approccio olistico e centrato sulla persona. Tra le tematiche trattate, ampio spazio sarà dedicato alla presa in carico globale, alla comunicazione efficace con il paziente e la famiglia, alla gestione della disfagia, alla prevenzione e trattamento delle complicanze, aspetti cruciali in una patologia complessa come la SLA.
A sottolineare il valore profondo di questa iniziativa, le parole della dott.ssa Lucia Pettinari: “Formare un infermiere significa letteralmente plasmarlo, dargli struttura, non solo nelle competenze tecniche, ma anche nei valori, nella visione e nell’approccio umano alla cura. Formare infermieri alla gestione della SLA significa prepararli ad affrontare una malattia complessa e profondamente impattante, fornendo loro gli strumenti per non avere paura della fragilità, per sostenere chi perde giorno dopo giorno funzioni vitali ma non la propria dignità. Significa prepararli ad essere presenza, forza e competenza quando le cure non possono guarire, ma possono ancora fare la differenza. Fare la differenza nella vita di chi ci si affida significa valorizzare ogni giorno le persone, noi stessi e il nostro operato.”
Dal 2009 AISLA ha formato oltre 10.600 operatori sanitari in tutta Italia, con 515 moduli erogati in ospedali, RSA, strutture riabilitative, hospice e assistenza domiciliare. Una formazione che guarda alla SLA non solo come patologia, ma come modello paradigmatico della complessità assistenziale.
L’obiettivo resta uno: prendersi cura in una malattia inguaribile e mettere ogni operatore sanitario nelle condizioni di essere, per la persona con SLA, una presenza competente e umana, capace di preservare la dignità e migliorare la qualità della vita, giorno dopo giorno. Perché la cura non è solo un atto sanitario, ma un’alleanza tra persone.