AISLA Bergamo. Una donazione a nome di Pierpaolo Pelucchi

Per la comunità bergamasca, la storia di Pierpaolo rappresenta un racconto d’Amore per la Vita e un racconto di rinnovato senso di fiducia nei confronti della Ricerca nella lotta contro la SLA. La storia che raccontiamo è parte di una testimonianza dello zio di Pierpaolo Pelucchi, Bonati Gianmarino, in ricordo del suo caro nipote, scomparso a 59 anni.

Il 28 gennaio 1995 volava in cielo Taschini Pierina, nonna di Pierpaolo. Conoscendo le originali risorse artistiche di Pierpaolo e la sua passione per la scultura, la famiglia gli affidò la realizzazione di un monumento funebre. Da allora, nel cimitero di Bergamo splende, nel Viale Viatore, un monumento in bronzo realizzato da Pierpaolo. Più volte lo zio Gianmarino ha chiesto a Pierpaolo il costo sostenuto almeno per materiale e le spese vive presso la fonderia. A seguire la testimonianza diretta della loro storia:

“Solo in una occasione accennò in modo molto restio a una cifra. Quando, passando gli anni, mi sono convertito alla scrittura di un minimo di testamento, ho devoluto quella cifra a Pierpaolo. Mai avrei pensato che se ne sarebbe andato via prima di me, suo zio. Pierpaolo era una persona socievole, pacifica, affabile, sorrideva, una bella persona. Un viaggiatore. Aveva intenzione di vedere l’Africa una volta andato in pensione per aiutare il prossimo. Prima di questa malattia aveva un’altra malattia: quella del buon samaritano, lui era sempre presente per gli altri. Proverbiale la sua generosità culminata nella frase: “Meglio che sia capitato a me piuttosto che ai miei fratelli e sorelle”. Siamo arrivati al dunque: Un dramma vederlo spegnersi lentamente e con tanta sofferenza. Le sue dita capaci di modellare sapientemente la creta o i microscopici presepi, perdevano inesorabilmente quella funzione creatrice. Il 23 gennaio scorso, mentre il sole sorgeva, tramontavano le sue sofferenze che non aveva meritato. Sofferenze però che portavano via anche la sua vita che meritava, che gli sorrideva e a cui avrebbe desiderato continuare a sorridere.

La famiglia tutta, stretta nell’abbraccio del suo amore, sicura del suo assenso, ha accettato di devolvere ad AISLA la cifra oggetto del racconto appena citato.

“Pierpaolo era un ragazzo pieno di vita e sempre ben disposto nei confronti di tutti” ha dichiarato Anna di Landro, referente AISLA Bergamo “Era un grande amante della fotografia, dell’Arte, della Vita e dispiace davvero che se ne sia andato così rapidamente. Ringrazio ancora la famiglia per il sostegno che gli ha dato sempre”

Il messaggio di speranza rinnovata nella Ricerca e nella Scienza è stato lanciato dalla famiglia di Pierpaolo anche in occasione della celebrazione funebre.

Pierpaolo diceva sempre che “sentirsi bloccati dentro il proprio corpo è come essere sotto le macerie” e questo esprime solo in parte l’idea della battaglia che alcuni malati sono costretti a combattere ogni giorno, battaglia peraltro portata avanti con una lucidità, coraggio ed una dignità fuori dal comune e che ci ha cambiato la vita. È però una lotta fatta con armi spuntate. La Ricerca non sempre arriva dove vorremmo. E allora la Ricerca deve essere sostenuta il più possibile e senza scuse. Non serve essere scienziati o medici, ci sono tanti modi per farlo e ognuno può trovare il modo opportuno. Lo dobbiamo ai nostri fratelli, ai nostri figli, a noi stessi.”

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