4 Milioni di Accessi Impropri in Pronto Soccorso e la Riorganizzazione dell’Emergenza-Urgenza. I dati di AGENAS

Nel 2023, il pronto soccorso ha registrato 18,27 milioni di pazienti, un numero impressionante ma ancora inferiore a quello pre-pandemia.

I dati sull’accessibilità dei servizi di emergenza mostrano che la maggior parte dei pazienti è stata assistita entro 30 minuti. Tuttavia, è emerso che ben 4 milioni di accessi erano evitabili. Delle oltre 18 milioni di richieste di cure urgenti al pronto soccorso, il 68% dei pazienti ha ricevuto una classificazione di codice bianco o verde, considerata non urgente o di urgenza minore. Non solo. Circa 4 milioni di queste visite sono state considerate improprie, in quanto i problemi di salute avrebbero potuto essere affrontati da medici di medicina generale, dai medici di continuità assistenziale o ambulatori locali.

Questo fenomeno si verifica in tutte le regioni e in tutte le strutture ospedaliere, con la provincia autonoma di Bolzano al primo posto nella classifica. Dai dati emerge che la metà di questi accessi impropri riguardano disturbi generici, mentre circa il 10% sono collegati a disturbi oculari, quasi il 7% a dolori addominali non specifici, il 4,5% a sintomi o disturbi ginecologici e disturbi otorinolaringoiatrici.

Analizzando i pazienti che fanno accessi impropri, si nota che sono principalmente uomini di età compresa tra i 25 e i 64 anni, quindi in età lavorativa.

Il dato preoccupante è che ben il 75% dei pronto soccorso italiani ha un numero di accessi al di sotto di tale standard e addirittura il 29% degli ospedali italiani non raggiunge nemmeno i 15.000 accessi. Questo è sicuramente dovuto alla frammentazione dell’offerta sul territorio. Tuttavia, i reparti di emergenza di primo livello hanno una performance migliore.

Inoltre, ci sono anche circa 597.000 persone che non riescono ad arrivare entro i successivi quarantacinque minuti. Fortunatamente però quasi la totalità della popolazione italiana (il ​​99,9%) riesce comunque ad arrivare ai pronto soccorso entro sessanta minuti.


A livello regionale invece ci sono alcune zone della Valle d’Aosta, Basilicata, Trentino Alto Adige , Calabria , Sardegna e Molise dove riscontriamo difficoltà nel raggiungere i Pronto Soccorso entro trenta minuti . Solo nelle regione Basilicata e Valle d’Aosta , seppur limitatamente , queste difficoltà si estendono fino ai sessanta minuti . La Valle d’Aosta presenta addirittura una situazione critica con ben il 32 ,5% delle aree interne distanti più di trenta minuti dai Pronto Soccorso.

Tuttavia è importante sottolineare che la situazione potrebbe notevolmente migliorare se venissero attivate le nuove strutture previste dal Pnrr come ad esempio le Case Comunitarie . Questo si basa sulle esperienze positive già fatte da alcune regioni che hanno implementato già il Decreto Ministeriale 77/2022 .

La lunga attesa rappresenta uno dei principali problemi dei servizi emergenziali . In media , per un paziente con codice bianco l’attesa prima dell’uscita dal Pronto Soccorso èdi164minutimentre per quelli con codice verde l’attesa sale fino a229minuti . A livello regionale invece tempi più lunghi per codici bianchi si registrano in Friuli Venezia Giulia ed Abruzzo mentre Umbria e Bolzano presentano tempi ridotti rispettivamente a99’e104′. Per quanto riguarda invece codici verdi ancora una volta Friuli Venezia Giulia risulta essere la regione con tempi quasi raddoppi rispetto alla media nazionale seguita dalla Valle d’Aosta ed infine Liguria. Tempi più brevi invece si trovano in Toscana ed appunto Bolzano. Per quanto riguarda invece codici gialli mediamente l’attesa arriva fino a416minuticon Sicilia ed Marche come regioni più svantaggiate con tempi che superano anche i 540minuti ed Umbria ed Abruzzo come quelle più veloci dove l’attesa scende rispettivamente a 266’e 212′.

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