Corso di formazione: le scelte terapeutiche della persona con SLA e le D.A.T.

CASA HOSPICE CIMA VERDE,
    5 Ottobre 2017
    alle 08:30
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Solo la persona malata, di fatto, può valutare se gli interventi sanitari che vengono proposti sono proporzionati alla propria condizione e quindi non lesivi della propria dignità e della propria concezione di qualità della vita.

Diventa quindi rilevante da un lato il dovere del sanitario di informare il malato e di ottenere il suo consenso, dissenso o rinuncia alle procedure, e dall’altro il diritto del malato di decidere a quale trattamento sanitario sottoporsi o non sottoporsi.

Ma se la competenza sanitaria nella cura e nell’assistenza della persona malata così come la disponibilità dei mezzi sono i presupposti perché il malato possa esercitare la sua volontà, tutti i mezzi (gli ausili, la PEG, la NIV, la tracheostomia, i trattamenti palliativi di fine vita) devono essere prospettati e resi disponibili.

La persona malata può però ad un certo momento della sua storia considerare che i mezzi dapprima accettati possano non essere più adeguati alla sua condizione.

 

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